16 novembre 2011

Thank you.

Finalmente riemergo da quel pantano di scatole, giornali, pallini e rotoli di scotch da cui vi scrivevo giorni fa per dirvi

HO FINITO!

Ebbene sì, ce l'ho fatta. Sono sopravvissuta  anche al trasloco super speedy, al ritorno in casa dei miei e, il giorno della consegna di casa ai nuovi inquilini, anche ad un subitaneo litigio fra loro, i traslocatori e il mio adorabile e sempre-sul-pezzo portiere, Miguel: 'na traggèdia! Ma sono viva e sì, devo dirlo, anche molto fiera di me.

A questo punto, come si conviene a tutti gli eventi di portata transplanetaria come questo,  partirei con i ringraziamenti.

In ordine di apparizione sarò eternamente grata a: 

La mia Amica Valeria, senza la quale non avrei nemmeno iniziato.
Il mitico Miguel che mi ha procurato l'80% degli scatoloni (l'altro 20 gentilmente concesso da Esselunga e I Giorni di Carta nella persona di Melitta), che ha sopportato il traboccare dei bidoni della spazzatura condominiale di ogni sorta di oggetto inclassificabile e che, soprattutto, ha mantenuto un à plomb invidiabile davanti a un episodio davvero poco simpatico.
Le Bimbe tutte, per aver affrontato via Whatsapp l'inaspettata quanto violenta crisi del ritorno acasadeimiei. Diciamocelo: al di là degli innumerevoli lati positivi di avere dei genitori come i miei e della fortuna di potermi appoggiare a loro in questa fase  - come in molte altre - è estremamente difficile accettarne la necessità, o per lo meno mantenere i nervi saldi e non scivolare rovinosamente sul terreno del rientro in casa. Sedare le ansie di un'amica per iscritto non è cosa da tutti ma, fortunatamente, da Bimbe sì.
Glialtri, in questo caso Carlo e la Marti, che hanno fatto una delle parti più difficili: aiutarmi ad affrontare la fuffa e a razionalizzare. Due veri mastini!
La mia Sorellina insostituibile che, oltre a darmi come sempre supporto morale nei momenti più difficili, è riuscita a pulire a specchio cose che voi umani non potete neanche immaginare. E si era appena svegliata! (Lascia stare che ore fossero, son dettagli.  :P )
I miei genitori per una serie inelencabile di cose e per il bricolage, il fai-da-te, il giardinaggio e, sopra ogni cosa, la pazienza.
Tutti quelli che sanno cosa significa e mi hanno incoraggiata e sostenuta!

Mi sento un po' in abito da sera alla notte degli Oscar.... 

Comunque. Primo giorno di nullafacenza totale e rimetto in ordine le idee (perché di mettere in ordine cose, oggi, non se ne parla proprio) e così riguardo qualche foto che ho scattato nei giorni scorsi.

Una mattina di fine ottobre, ad esempio, sulla strada per andare a scuola c'era tanta luce e dei colori pazzeschi




non ho resistito. Arrivata alla materna, ho continuato a ripensarci, a cercare di ricordare il profumo di quell'aria di autunno. Poi, verso le dieci e mezza, come ogni mattina, abbiamo portato i bimbi in salone, uno spazio al chiuso ma tutto vetrato, dal quale i bambini mentre giocano possono guardare il giardino della scuola. Alla fine non ho resistito e ho aperto il portellone per far entrare l'aria... Come li adoro questi bimbi. Certe volte sembra che ci leggiamo nel pensiero!


Qualche giorno fa, invece, per una serie di coincidenze io e la mia amica Olivetta ci siamo regalate una stupenda giornata da turiste.

Prima tappa, il Ghetto Ebraico: un luogo pieno di fascino, intriso di storia e tradizioni, non del tutto esente dal business del turismo, certo, ma di sicuro una zona di Venezia da scoprire. 


In questa piazza si trova anche il Museo Ebraico. Siamo entrate ad informarci e ci sono diverse visite guidate! Ci torneremo un'altra volta con più calma. E' tra le cose da fare.   :)


Finita la nostra passeggiata e svaniti per una serie di vicissitudini i nostri impegni per il pomeriggio, abbiamo deciso di continuare il giro turistico qui, scoprendo così che Peggy Guggenheim trascorreva le sue giornate, a partire dagli anni '50, in un luogo pazzesco, affacciato sul Canal Grande, con questa vista qui


e circondata di mille opere d'arte una più stupenda dell'altra, come ad esempio la preferita di Olive, di Alexander Calder


che s'intitola "Arc of Petals". E' fatta di alluminio, ferro e rame, alta più di due metri e sospesa al centro del bellissimo ingresso vista Canale al quale si accede dal giardino interno. Hanno un effetto quasi ipnotico il suo ondeggiare quasi impercettibile e le ombre magiche che proietta su un disco bianco posato a terra...
Sempre grazie a Calder, la nostra amica dormiva in un letto la cui testata era un capolavoro di luce, forme e piccoli dettagli come una libellula dondolante che ho adorato. Sfido chiunque a non fare sogni e progetti entusiasmanti dormendo con la testa immersa in questo mondo qui!


Nel suddetto giardino si nascondono l'Albero dei desideri regalatole da Yoko Ono,


pensieri di Maurizio Nannucci che sembrano parlare con me..


e si creano scorci da lasciare senza parole.



Insomma, la padrona di casa non sembra essersela passata male. Era persona eccentrica ma elegante, dal portamento sorprendente e deve aver trascorso dei bei momenti, vissuto amicizie ed esperienze invidiabili. Nonostante questo, abbiamo anche notato che nella maggior parte delle fotografie esposte di lei, Peggy non sorride. 


Particolare riuscire a no sorridere nemmeno un po' indossando questi occhiali! 

immagine tratta dal sito Associazionegap.it

Insomma ce ne siamo andate con la sensazione di non aver ancora afferrato proprio tutto della nostra beniamina. Torneremo anche da te!

Ultime tappe del nostro tour (e ultimi chilometri a piedi!) due esposizioni nelle quali ci siamo imbattute per caso sulla via del ritorno, una delle quali mi ha particolarmente colpito. Si trattava di una mostra d'arte contemporanea del mondo Arabo intitolata "The Future of a Promise". In effetti non mi ero mai soffermata a pensare quale tipo di arte si potesse fare in una parte del Mondo così carica di tradizioni e allo stesso tempo così piena di fermento rivoluzionario e devo dire che è stato davvero interessante.
Qui sotto metto alcune immagini che, però, non rendono affatto. Insomma se passate di là prima del 27 novembre vi suggerisco di fare un salto. Anzi, di fermarvici proprio per un po', con calma, e di assaporare lo stupore e la curiosità che queste opere possono suscitare.




Credo che abbiamo molto da imparare gli uni dagli altri, come sempre.


Detto questo, per concludere ci tengo a segnalare la FORTUNA SFACCIATA della mia amichetta e compagna di corso che, uscite dal padiglione, semplicemente posando lo sguardo per terra mentre chiacchieravamo alla luce del sole veneziano che tramontava si è chinata e, felice come una zucca trasformata in carrozza, mi mostra questi!


No words.
Just THANK YOU Venezia.




5 commenti:

  1. Il ghetto ci aspetta, e poi si sa che gli ebrei sono facoltosi...magari stavolta saranno 50 invece che 20!
    (Ho dei denti imbarazzanti, grazie per averli resi pubblici!!!)

    <3

    RispondiElimina
  2. Mi sa che ci devo tornare al più presto a Venezia...

    RispondiElimina
  3. Quando uno dice i geni... a me è successo due volte!! 20€ a Santorini e 5€ a Milano la settimana scorsa. Siamo proprio sorelle. ;-)

    Posso tornare a trovarvi anch'io presto??

    RispondiElimina
  4. E me lo chiedi?!!? CERTO! Noi non si vede l'ora! Qui azzardo un "noi" includendo abbastanza serenamente anche Olive. Credo d'intuire che le farebbe VAGAMENTE piacere :)
    E poi ho l'impressione che, a girare con voi, si rischia di diventare ricche!

    RispondiElimina