27 novembre 2011

Tre righe dopo l'incubatrice. (giveaway!)

Come spesso mi accade, arrivo a un soffio dall'ultimo momento!
Non so perché ma, soprattutto quando una cosa per me è impegnativa (nel senso più che altro emotivo del termine, ma mi succede anche tutte le volte che devo prendere un treno. PER DIRE), svicolo, girovago, mi distraggo, faccio altro, finché non-c'-è-quasi-più-tempo. Allora sì. Allora capisco che è il momento di agire e lo faccio.
Non è che davvero pensi ad altro. Il mio distrarmi non è reale, lo definirei più "rituale". Certe volte è come se, prima di un evento importante, mi chiudessi in incubatrice, occhi serrati e pugni stretti, mentre fingo distrazione e millanto una lista inesistente di cose da fare. Poi, al primo dei dodici cinderelliani rintocchi, inizio a correre.
Sempre così. Qualche psicologo di una certa corrente potrebbe dire che questo derivi dai soli quindici giorni iniziali di ritardo sulla data prevista per la mia nascita (si tenga presente che negli anni settanta forse le previsioni non erano esattamente al millesimo di secondo, ecco...) e ho il sospetto che mia mamma sarebbe d'accordo: il 2 luglio di quell'anno (hihi) era proprio il momento di agire. E così per tutte le mie cose: dare un esame, comprare un biglietto, confermare la mia presenza, perfino dichiarare il mio amore...sempre all'ultimo. Sempre quando sembra non ci sia più nulla da fare. In effetti non si contano le volte che arrivo proprio tardi, ma questo è un altro capitolo...
La storia di oggi, invece, è una di quelle a lieto fine: sono ancora in tempo! Il 27 novembre a mezzanotte scade il tempo per partecipare a questo stupendo giveaway, chevvelodicoaffà, sul blog della mia amica Camilla http://zeldawasawriter.com/ che solo pochi giorni fa festeggiava il suo secondo anno di vita con il compleanno più bello di tutto l'universo web (per festeggiare ancora guardate qui, qui, qui e ancora qui).

Per partecipare bisogna innanzitutto scoprire il sito di Roberta Rizzi, che già è di per sé un regalo. Una volta che si riesce a smettere di fare "Uuuuh! Lo voglio... Nuuuooooo! Questo è stupendo!!" e via dicendo, diffondere il link delle meraviglie (no, non sono ad esaurimento scorte, potete passar parola senza il rischio di rimanere senza!) e quello del giveaway. Infine (e qui viene finalmente svelato il perché della mia ultima incubatrice), lasciare un commento al post di Zelda che contenga tre righe di una lettera mai scritta.


In palio i fantastici taccuini di Roberta!


Ci ho pensato, ripensato e ripensato ancora un po' fino a che, questa mattina, è suonato il primo rintocco.
Ecco qui. La mia lettera è pronta, ne estraggo un pezzettino. Il momento è venuto di PARTECIPARE.

"Non saprai mai quanto quel tuo gesto spontaneo e pieno di cura mi abbia cambiato la vita. 
Avevi diciott'anni, io molti di più. Eppure mi sono sentita piccola, viziata, fortunata e stupida. Certe volte mi fermo e mi ritrovo ancora lì, seduta su quella panca di legno consumato. Tu che torni a sederti vicino, io che cerco di non farti capire che un secondo fa, con due monete, mi hai insegnato il valore della Vita."

Che fate, venite a vedere?


P.S. L'ho detto che ci saranno DUE vincitori?? Andate subito a leggere il regolamento!
Friggo.

16 novembre 2011

Thank you.

Finalmente riemergo da quel pantano di scatole, giornali, pallini e rotoli di scotch da cui vi scrivevo giorni fa per dirvi

HO FINITO!

Ebbene sì, ce l'ho fatta. Sono sopravvissuta  anche al trasloco super speedy, al ritorno in casa dei miei e, il giorno della consegna di casa ai nuovi inquilini, anche ad un subitaneo litigio fra loro, i traslocatori e il mio adorabile e sempre-sul-pezzo portiere, Miguel: 'na traggèdia! Ma sono viva e sì, devo dirlo, anche molto fiera di me.

A questo punto, come si conviene a tutti gli eventi di portata transplanetaria come questo,  partirei con i ringraziamenti.

In ordine di apparizione sarò eternamente grata a: 

La mia Amica Valeria, senza la quale non avrei nemmeno iniziato.
Il mitico Miguel che mi ha procurato l'80% degli scatoloni (l'altro 20 gentilmente concesso da Esselunga e I Giorni di Carta nella persona di Melitta), che ha sopportato il traboccare dei bidoni della spazzatura condominiale di ogni sorta di oggetto inclassificabile e che, soprattutto, ha mantenuto un à plomb invidiabile davanti a un episodio davvero poco simpatico.
Le Bimbe tutte, per aver affrontato via Whatsapp l'inaspettata quanto violenta crisi del ritorno acasadeimiei. Diciamocelo: al di là degli innumerevoli lati positivi di avere dei genitori come i miei e della fortuna di potermi appoggiare a loro in questa fase  - come in molte altre - è estremamente difficile accettarne la necessità, o per lo meno mantenere i nervi saldi e non scivolare rovinosamente sul terreno del rientro in casa. Sedare le ansie di un'amica per iscritto non è cosa da tutti ma, fortunatamente, da Bimbe sì.
Glialtri, in questo caso Carlo e la Marti, che hanno fatto una delle parti più difficili: aiutarmi ad affrontare la fuffa e a razionalizzare. Due veri mastini!
La mia Sorellina insostituibile che, oltre a darmi come sempre supporto morale nei momenti più difficili, è riuscita a pulire a specchio cose che voi umani non potete neanche immaginare. E si era appena svegliata! (Lascia stare che ore fossero, son dettagli.  :P )
I miei genitori per una serie inelencabile di cose e per il bricolage, il fai-da-te, il giardinaggio e, sopra ogni cosa, la pazienza.
Tutti quelli che sanno cosa significa e mi hanno incoraggiata e sostenuta!

Mi sento un po' in abito da sera alla notte degli Oscar.... 

Comunque. Primo giorno di nullafacenza totale e rimetto in ordine le idee (perché di mettere in ordine cose, oggi, non se ne parla proprio) e così riguardo qualche foto che ho scattato nei giorni scorsi.

Una mattina di fine ottobre, ad esempio, sulla strada per andare a scuola c'era tanta luce e dei colori pazzeschi




non ho resistito. Arrivata alla materna, ho continuato a ripensarci, a cercare di ricordare il profumo di quell'aria di autunno. Poi, verso le dieci e mezza, come ogni mattina, abbiamo portato i bimbi in salone, uno spazio al chiuso ma tutto vetrato, dal quale i bambini mentre giocano possono guardare il giardino della scuola. Alla fine non ho resistito e ho aperto il portellone per far entrare l'aria... Come li adoro questi bimbi. Certe volte sembra che ci leggiamo nel pensiero!


Qualche giorno fa, invece, per una serie di coincidenze io e la mia amica Olivetta ci siamo regalate una stupenda giornata da turiste.

Prima tappa, il Ghetto Ebraico: un luogo pieno di fascino, intriso di storia e tradizioni, non del tutto esente dal business del turismo, certo, ma di sicuro una zona di Venezia da scoprire. 


In questa piazza si trova anche il Museo Ebraico. Siamo entrate ad informarci e ci sono diverse visite guidate! Ci torneremo un'altra volta con più calma. E' tra le cose da fare.   :)


Finita la nostra passeggiata e svaniti per una serie di vicissitudini i nostri impegni per il pomeriggio, abbiamo deciso di continuare il giro turistico qui, scoprendo così che Peggy Guggenheim trascorreva le sue giornate, a partire dagli anni '50, in un luogo pazzesco, affacciato sul Canal Grande, con questa vista qui


e circondata di mille opere d'arte una più stupenda dell'altra, come ad esempio la preferita di Olive, di Alexander Calder


che s'intitola "Arc of Petals". E' fatta di alluminio, ferro e rame, alta più di due metri e sospesa al centro del bellissimo ingresso vista Canale al quale si accede dal giardino interno. Hanno un effetto quasi ipnotico il suo ondeggiare quasi impercettibile e le ombre magiche che proietta su un disco bianco posato a terra...
Sempre grazie a Calder, la nostra amica dormiva in un letto la cui testata era un capolavoro di luce, forme e piccoli dettagli come una libellula dondolante che ho adorato. Sfido chiunque a non fare sogni e progetti entusiasmanti dormendo con la testa immersa in questo mondo qui!


Nel suddetto giardino si nascondono l'Albero dei desideri regalatole da Yoko Ono,


pensieri di Maurizio Nannucci che sembrano parlare con me..


e si creano scorci da lasciare senza parole.



Insomma, la padrona di casa non sembra essersela passata male. Era persona eccentrica ma elegante, dal portamento sorprendente e deve aver trascorso dei bei momenti, vissuto amicizie ed esperienze invidiabili. Nonostante questo, abbiamo anche notato che nella maggior parte delle fotografie esposte di lei, Peggy non sorride. 


Particolare riuscire a no sorridere nemmeno un po' indossando questi occhiali! 

immagine tratta dal sito Associazionegap.it

Insomma ce ne siamo andate con la sensazione di non aver ancora afferrato proprio tutto della nostra beniamina. Torneremo anche da te!

Ultime tappe del nostro tour (e ultimi chilometri a piedi!) due esposizioni nelle quali ci siamo imbattute per caso sulla via del ritorno, una delle quali mi ha particolarmente colpito. Si trattava di una mostra d'arte contemporanea del mondo Arabo intitolata "The Future of a Promise". In effetti non mi ero mai soffermata a pensare quale tipo di arte si potesse fare in una parte del Mondo così carica di tradizioni e allo stesso tempo così piena di fermento rivoluzionario e devo dire che è stato davvero interessante.
Qui sotto metto alcune immagini che, però, non rendono affatto. Insomma se passate di là prima del 27 novembre vi suggerisco di fare un salto. Anzi, di fermarvici proprio per un po', con calma, e di assaporare lo stupore e la curiosità che queste opere possono suscitare.




Credo che abbiamo molto da imparare gli uni dagli altri, come sempre.


Detto questo, per concludere ci tengo a segnalare la FORTUNA SFACCIATA della mia amichetta e compagna di corso che, uscite dal padiglione, semplicemente posando lo sguardo per terra mentre chiacchieravamo alla luce del sole veneziano che tramontava si è chinata e, felice come una zucca trasformata in carrozza, mi mostra questi!


No words.
Just THANK YOU Venezia.




11 novembre 2011

Coming soon...

Amici, stasera sono salita su un carretto che mi piace.
Certo, per le condizioni sospese in cui vivo al momento non mi sento ancora di garantire al 100% di essere in grado di meritarmelo, ma mi piace provarci. E perché non farlo anche voi? Guardate un po' qui e pensateci.



Saltate sù?

p.s. A breve qualche aggiornamento sullo stato delle cose a casa Scatolefuffa. Stay tuned!

2 novembre 2011

The future's not ours to see...

Sempre più cose all'orizzonte, anzi nemmeno all'orizzonte: proprio dietro l'angolo! Ora, per esempio, sono alle prese con un trasloco a tempo di record, ma andiamo con ordine.

Tempo fa dicevo qui che per potermi permettere tutta questa nuova vita avrei dovuto, tra le varie cose, trovare degli inquilini cui affittare casa mia che, al momento, è un po' al di sopra delle mie esigenze (e soprattutto dei miei potenti mezzi economici!). A questo fatto era subordinata la possibilità di prendere in affitto una stanza anche a Milano e potere così finalmente ritenermi organizzata e alloggiata almeno per i prossimi 10 mesi. Infatti, sempre in questo post, raccontavo di aver rinunciato ad una stanza pressoché perfetta per via del fatto che la mia casuccia pesava ancora sulle esili spalle di una povera Assitente alla comunicazione sottopagata, studentessa e pendolare.
Ma le cose cambiano, il vento gira e le nuvole passano! Così l'altro giorno chiedevo dita incrociate per un'appuntamento importante. Risultato? Beh, grazie Jackie e grazie a chiunque abbia tenuto attorcigliate le falangi, a questo punto, perché gli effetti sono stati superlativi: ho trovato gli inquilini!!!
Non sto nemmeno a dire quanto sono felice perché credo lo sarebbe chiunque al posto mio, soprattutto se si considera il fatto che le persone cui affitterò la casa sono ADORABILI, hanno due bimbe bravissime e, dulcis in fundo, non hanno nemmeno voluto trattare sul prezzo dell'affitto. Eeeeeh beeeeh? Non è meraviglioso??
Insomma ecco. Tutto procede per il meglio dunque.
Unico piccolo particolare, non esattamente trascurabile, è che entreranno nell'appartamento il 15 novembre. Il 15 novembre! QUESTO 15 novembre, cioè fra 2 misere settimanelle scarse... E io sono sommersa di scatole, scatoloni, scotch, pennarelli e polistirolo. Un casino.




Ma ce la posso fare!
Alla fine devo dire che me la sto cavando abbastanza bene. Merito soprattutto dell'ottima partenza, grazie al validissimo aiuto della mia Amica Valeria: senza di lei starei ancora cercando di trovare il coraggio d'iniziare! Insieme abbiamo fatto scatole e scatole di libri, i suoi preferiti, e abbiamo pure ritrovato l'immortale libro di Danielle Steel che NON SI SA da dove venga, ma sono anni che me lo porto appresso, da una casa all'altra, ancora incellophanato e sempre meno attraente: "Il viaggio". Sarà un segno? Un messaggio? Mah... intanto, nel dubbio, me lo porto.




Dunque mi trovo ora ad affrontare quei due "mostri" che sono per me l'armadio dei vestiti e i "cassettifuffa".
L'armadio perché il mio guardaroba è un macello e non sono mai stata brava a tenere le cose in un ordine logico. In più si aggiunge il fatto che, da quando l'altra metà dell'armadio è rimasta vuota, il vestiti non hanno fatto altro che sparpagliarsi e spalmarsi anche in quegli spazi liberi. Ossia: il doppio dello spazio per fare il doppio del caos.
I cassettifuffa sono genericamente tutti quei cassetti (o anche scatole) che uso ogni tanto per contenere le cose che non so dove mettere. Finché abiti in una casa con dei cassettifuffa è tutto a posto: ciò che non trovi, sai che sta lì. Ti manca un rotolo di scotch? Cassettofuffa. Hai bisogno di pile stilo? Apri quel cassetto. Sei rimasto senza spille da balia? Ce ne sarà sicuramente una sul fondo di un cassettofuffa! Accendino? etichette adesive? feltrini da mettere sotto ai mobili? un elastico? candeline? la bomboniera peruviana di un baby shower? nastro da regalo casse per l'iPod cartina di Firenze decorazione natalizia? Il cassettofuffa serve ad avere delle certezze nella vita. E io, modestamente, di certezze in questa casa ne avevo parecchie.
La parte più dura, dunque, è smantellare tutti questi punti fermi!




Ma come dicevo poc'anzi, oramai sono in grado di farcela. Io lo so. E con questa nuova certezza, affronterò quelle vecchie e ormai passate.

O tutt'al più...



 Chi vivrà, vedrà!