28 settembre 2011

Scegliere un Riccardo o un'Alice

Non è simpatico arrivare puntualissima alla prima lezione di Lingua dei Segni, ore 8:45 + 5minuti accademici (che se non valgono all'università...!) e trovare un foglio di carta appiccicato a un vetro con lo scotch che dice "Si avvisano gli studenti del corso di Lingua dei Segni 1 che le lezioni sono temporaneamente sospese. Si prega di consultare gli avvisi relativi." NO. Non è simpatico affatto. Soprattutto se si considera che di avvisi relativi, né prima, né dopo questo fattaccio, ne sono comparsi sul sito, nella bacheca apposita e nemmeno sulla pagina della Professoressa.

E' iniziata così la mia due giorni veneziana di questa settimana. Con una delusione, dato che il motivo fondante per cui ho scelto di tornare a studiare e di farlo alla Ca' Foscari è proprio questo corso. Insomma ecco, non si fa.

Comunque è stato, tutto sommato, un male relativo, vista tutta la Venezia che mi stava intorno aspettando di essere visitata. A partire dal giardino interno della sede stessa in cui mi trovavo, Ca' Bembo.



Una volta uscita, ho deciso di vagare un po', nel tentativo di connettere fra loro, nella mia mappa mentale, i vari luoghi che già conosco. Così mi sono trovata di fronte a questo



e mi anche sono ricordata che da piccola, con mia sorella, quando d'estate ci fermavamo in qualche porto in barca con tutta la famiglia, il nostro passatempo preferito era leggere i nomi delle barche attraccate e ancora adesso, ogni volta che mi capita di passeggiare lungo un molo o un porto, non vedo l'ora di sapere come si chiama questa o quella barca, grande o piccola, a vela o a motore che sia; mi piace immaginare il carattere di chi le porta e il motivo che ha reso quella barca una Moon5 e non una Clarabella.
A Venezia, questo gioco lo posso fare ogni volta che esco di casa! Mentre vado a lezione, andando a pranzo con l'Olivetta, sulla via per il supermercato, mentre cerco una libreria o camminando, zaino in spalla, verso la stazione. Lunedì ho scoperto che a Venezia, la maggior parte delle barche hanno nomi di persona. Dico la maggior parte perché non ho un campionario sufficiente per dire tutte, ma devo dire che l'impressione è proprio che si chiamino tutte come noi. Vittorio, Giulietta, Elena... persino qualche Gino.





Insomma, qui le barche hanno un'animo umano e mi piacerebbe scoprire come si sceglie un Riccardo o un'Alice. Potrebbe essere quindi l'obiettivo numero 3!

Giunta l'ora di pranzo, la mia ospite preferita mi ha portato un dolcetto che ha rimesso subito in equilibrio la giornata.



Fatta scorta di dolcezze e dopo qualche consiglio cinofilo del mitico Cesar, piccola Olive si è diretta a lezione, mentre io consumavo il resto del pomeriggio a ricopiare appunti e cercare avvisi inesistenti su bacheche online.
Finalmente in serata si è poi verificata una congiuntura astrale inaspettata per cui io e ben TRE delle mie coinquiline siamo riuscite a trovarci per la prima volta contemporaneamente nella stessa città e addirittura nella medesima sala da pranzo. Un fatto raro, a dire il vero mai verificatosi prima, tanto che fra loro le ragazze non si conoscevano. Fino ad allora, infatti, credo di essere stata l'unica, delle sei frequentanti la nostra casa, ad averle già incontrate tutte. Al pranzo di Capodanno, infatti, ne avevo incontrate altre due. Quando si dice "questa casa non è un albergo"!... :)
Comunque che non si pensi a chissà quale réunion: giusto il tempo di dirsi quattro cose, distribuire ripiani del frigo e spazi vitali e, poco dopo cena, mi sono ritrovata come la più poverina ad essere l'unica ancora in casa. La nonna, praticamente. Le altre, fuori fino a tardi.

Ok, questo aspetto della faccenda lo devo ancora un po' affrontare, in effetti. Io e la mia amica Ascolana, per ammissione di entrambe, non siamo delle più mondane, a ben guardare. Ma anche senza guardare troppo a lungo. Per questo motivo bisognerà che c'impegniamo a socializzare un po' di più. Ed ecco che si presenta, puntale come un orologio, la Festa delle Matricole! Essendo di venerdì, io me la perderò, ma lei sa di avere un appuntamento.
Per quanto mi riguarda, invece, mi rifarò alla festa d'inaugurazione di una mostra che la mia amica e omonima Carlotta sta installando proprio in questi giorni a Venezia e che aprirà lunedì prossimo, 3 ottobre. Un party! come amiamo definire le feste tra di noi. E così, pronti anche con la serata mondana per Charlotte.

Martedì, comunque, dopo lezione, io e l'inseparabile compagna di corso ci siamo incamminate a passo spedito verso il maggico mondo di Campo Santa Margherita, dove finalmente abbiamo tagliato il nastro del nostro primo anno accademico con uno Spritz benaugurante, consumato ammirando la vita quotidiana di mamme e bimbi veneziani, intenti ad asciugar le ossa giocando con gessetti e monopattini, nell'attesa di tempi più umidi.




Che l'avventura abbia inizio!
E magari anche il corso di L.I.S....

Bonne nuit *






21 settembre 2011

Muscoli, olive e papere

Allora: la prima cosa da dire, dopo soli due giorni di lezione e andirivieni Milano-Venezia, è che probabilmente non ho il fisico per arrivare in fondo a quest'impresa. La seconda, non meno importante, è che per il momento non m'interessa minimamente!
Insomma devo ammettere che questo primo round mi ha lievemente debilitata, più che altro nel senso che arrivo alle dieci di sera che sono in grado solo di puntare la sveglia, tirarmi sù la coperta fino al naso e buio. Peeerò, e questo aspetto non è da poco, a Venezia si fa un sacco di strada a piedi, si salgono e scendono una valanga di gradini e i muscoletti delle gambe cominciano a farsi sentire (ad indicare che ci sono ancora, almeno!) e per di più mio padre, va bene che è mio padre, però proprio testè mi ha accolta alla sua porta con un "Che bel faccino che hai! Stai proprio bene." che in fondo in fondo, anche se sono stanca, mi fa sentire in forma. 
Così per il momento l'avventura continua.


I corsi frequentati, ad oggi, sono: Lingua francese (prima il principianti, poi dirottata sugli avanzati, che fanno circa cinque ore di lezione), Letteratura francese, con ripasso di tutta la storia del '900 in un paio d'ore e, dulcis in fundo, un'intricatissima Linguistica generale che promette di regalare momenti di sconforto ben distribuiti.
Ecco, in due giorni mi sono fatta un po' un quadro. Mancano solo il corso di L.I.S. che ancora non è stato attivato e qualche Storia e Letteratura italiana qua e là. Ma insomma, perlopiù, ci siamo. Sono in pista!

Ringraziando il cielo (e Camilla foreverandever) non sono sola ad affrontare questi primi giorni. Con me c'è Natalìa, giovane ed intrepida olivetta all'Ascolana che, croccante fuori e morbida dentro, si è trasferita armi e bagagli in quel di Venezia (Mestre in attesa di ottobre) per studiare inglese e francese e, chissà, magari qualche altra lingua. :) Lei dice che sono la sua salvezza, ma forse non sa che sollievo sia, per me, avere una compagna di banco!

Nel frattempo la nostra Venezia ci regala sprazzi d'autunno, per poi tornare subito estiva, calda e vacanziera. Misteriosa con i suoi vicoletti e piena di fascino, nonostante l'invasione dei turisti. E' bello imparare le strade, sentirsi un po' di casa, ma sempre succede che quando ti perdi ti ritrovi a vagare col naso all'in sù, o ad altezza canale, incuriosita da questa città e dalla strana vita che ti pare si faccia, per l'appunto, a camminar sull'acqua. Capita d'incontrare papere indecise sul da farsi





e case così sgarrupate, così invecchiate e rovinate da sembrare fatte apposta, come ad aspettare che vi si giri un film.



Voilà. E' sempre bella.

Il viaggio di ritorno è stato lungo, pieno di ritardi e di rallentamenti del treno. Ma vale sempre la pena, anche soltanto per lo spettacolo di panorama con il quale inizia ogni ritorno.



Bonne soirée *

19 settembre 2011

Fin, faim, femme, é, è, ai...

Al grido di "Meno Spritz, più libri di francese!" oggi ha avuto inizio la mia avventura universitaria vera e propria.
E non si tratta di un mio buon proposito per l'anno accademico, bensì del motto col quale due prof di Francese, oggi, hanno incitato noi studenti del loro corso a tener conto del fatto che comprando un libro in più di grammatica francese si rinuncia, sì, a circa dodici Spritz in campo, ma ci si guadagna di sicuro "in sapienza".
Insomma, la giornata è stata interessante e per nulla banale. Il mio senso dell'orientamento ha fatto decisamente cilecca un paio di volte, ma in compenso ho scoperto un dolce che, all'occorrenza, io e la mia nuova compagna di studi Natalia contiamo di poter esportare in Francia. (A breve, documentazione fotografica a riguardo.)
Riporto comunque qui la bella poesia che la prof del corso principianti ha utilizzato oggi come esempio e come messaggio per i suoi studenti:


A mon frère blanc.

Cher frère blanc,
Quand je suis né, j'étais noir
Quand j'ai grandi, j'étais noir
Quand je vais au soleil, je suis noir
Quand je suis malade, je suis noir
Quand j'ai peur, je suis noir
Quand je mourrai, je serai noir

Tandis que toi, homme blanc
Quand tu es né, tu étais rose
Quand tu as grandi, tu étais blanc
Quand tu vas au soleil, tu es rouge
Quand tu as froid, tu es bleu
Quand tu as peur, tu es vert
Quand tu es malade, tu es jaune
Quand tu mourra, tu seras gris

Alors, de nous deux, 
qui est l'homme de couleur ?

Léopold SEDAR SENGHOR (Joal 1906 - )
Homme politique et écrivain sénégalais.
Président de la république du Sénégal de 1960 à 1980.


Al momento sono un po' stanchina, debilitata dall'aria condizionata del viaggio d'andata (Signor Effeesseeee? Ma Lei è sicuro di avere la situazione sotto controllo???) e mi gira anche un po' la testa. Devo perciò lasciare questo post diciamo incompiuto con la promessa, però, di un resoconto più dettagliato di questi primi due giorni di lezione NONCHE' della splendida serata di ieri!! A domani pomeriggio.

Buonanotte!

- Ded. to Natalia - 

16 settembre 2011

Voilà!

Eccomi qua.
Ieri, seduta sul treno che mi riportava a Milano, pensavo che quando una ha culo (francesismo) ha culo.
Insomma, già aver trovato la facoltà che fa per me in una delle città più belle dell'Universomondo è una cosa.
Riuscire a convincere la mia datrice di lavoro che è possibile condensare in tre giorni le ore che lavoravo in quattro a settimana lo scorso anno, può definirsi una cosa rara. Ma aver scelto i suddetti tre giorni un po' a caso e un po' in base alle sue esigenze quando era ancora giugno e scoprire che praticamente tutte le lezioni che vorrei seguire nei restanti due giorni a settimana si svolgono PROPRIO in quei restanti due, non c'è altra espressione, mi dispiace, è culo.

Ieri pomeriggio sono stata ad un incontro introduttivo del mio corso di laurea. Si chiama Lingue, civiltà e scienze del linguaggio ed è speciale perché, come seconda lingua, è possibile scegliere la L.I.S., lingua dei segni italiana.

Ecco il motivo per cui ho scelto questo corso. Negli ultimi cinque anni ho lavorato prevalentemente con i sordi. Tecnicamente il mio lavoro si chiama Assistenza alla comunicazione e, per buona parte dei casi, richiede la conoscenza di questa lingua, stupenda (come tutte le lingue, per come la vedo io) ma con in più la componente fisica e la sfida d'imparare, per esprimersi, a passare attraverso un canale diverso dalla parola intesa come suono, voce, la loro modulazione e soprattutto l'abitudine ad usarli.

Mi piace continuare a scoprire, fin dal giorno in cui mi sono iscritta al primo corso di L.I.S. del Servizio Sordi, a Milano, quanto sia bello cambiare i propri automatismi. Credo che le lingue mi piacciano soprattutto per questo: imparare ad usarle significa imparare a cambiare punto di vista, base di partenza, presupposti. Quando si parla una lingua che non è la propria, si devono abbandonare le comode abitudini, i tic, gli intercalari, i sottintesi, i "dati per scontato" che fanno della nostra lingua uno strumento facile ma anche certe volte banale e un po' troppo supponente. Studiare ed usare una lingua diversa dalla nostra, per me significa fare un passo verso qualcuno di diverso da noi. E allora forse questo è quello che voglio fare nella vita: avvicinare me stessa (meglio ancora se anche chi mi circonda) ad altre persone. Se poi si aggiungono all'elenco dei "diversi da noi" anche i bambini, ecco, io sono felice. Lavorare con i bambini è quanto di più destrutturante e ristrutturante allo stesso tempo io riesca a immaginare.
Così gli ultimi cinque anni di lavoro sono stati i più belli e soddisfacenti della mia vita: con bambini (sordi e udenti) e adulti sordi (italiani e stranieri). Diciamo che, se escludiamo il fatto di non aver mai avuto un contratto e di essere totalmente in balìa degli eventi, a trentatre anni, sarebbe per sempre il lavoro perfetto per me.

Ma tornando ad oggi, la notizia è che lunedì cominciano le lezioni!
In effetti non ero preparata. Mi ero fatta l'idea che i corsi sarebbero partiti nel mese di ottobre, quindi me la stavo prendendo forse un po' troppo comoda. Invece ieri all'incontro, così, fra il lusco e il brusco, ci annunciano che lunedì 19 settembre è la data ufficiale d'inizio anno per noi matricole. HA! Che ridere mi fa sentirmi definire matricola insieme a quei tremilioni di diciottenni che c'erano ieri seduti insieme a me. Ma per non dare soddisfazione a chi mi suggeriva di dichiarare trent'anni invece che trentatre negli annunci per cercare una stanza, lascerò cadere con un'alzatina di spalle questo discorso.

L'altra buona notizia (questa lo era! impreparazione a parte...) è che la mia amica Camilla mi ha trovato una compagna di studi. E così, ancor più felice, probabilmente lunedì non mi presenterò sola con me medesima, alla prima ora di "Lingua francese 1". Yuppi :)

Ah! Poi è successo che ad eccitare il più sfrenato feticismo nei confronti di tutto ciò che è "articoli da cartoleria" e "articoli personalizzati barra griffati", l'Università Ca' Foscari (tutta) ha omaggiato i nuovi immatricolati di una stupenda Moleskine Ca' Foscari rossa



con tanto di Lettera del Rettore


 che recita così:

Caro studente,

sono lieto di darti il mio personale benvenuto a Ca' Foscari. 
Il nostro Ateneo, uno dei migliori in Italia, ti offrirà nuove opportunità di crescita, ampliando le tue conoscenze e competenze nel contesto di una esperienza in una città come Venezia, unica al mondo.

L'Università Ca' Foscari si è impegnata a sviluppare importanti progetti di ricerca, internazionalizzazione e sostenibilità con il fine di favorire il coinvolgimento e la partecipazione attiva dello studente.
A Ca' Foscari troverai i tuoi corsi, le tue biblioteche, i tuoi laboratori, ma anche la possibilità di vivere il teatro, il cinema, la musica. Senza dimenticare di creare assieme i presupposti per avvicinarti e poi inserirti nel mondo del lavoro nazionale e internazionale.
Questa agenda personalizzata ti accompagnerà per tutto l'A.A. 2011-2012 nell'esperienza Cafoscarina che, vedrai, sarà ricca di appuntamenti culturali e formativi di ogni tipo e, mi auguro, altrettanto ricca di soddisfazioni per te. Buono studio!

Il Rettore
Prof. Carlo Carraro


BEH! Sono tante promesse e ottime premesse.
Per il momento posso dire di avere molto apprezzato il regalo (corredato di numeri e indirizzi utili, elenco degli avvenimenti  più significativi che si svolgono a Venezia, date importanti e scadenze dell'anno accademico, qualche foto e persino gli indirizzi dei principali ritrovi studenteschi! - vedi Campo Santa Margherita: un must -)  l'idea dell'incontro introduttivo, la miriade di cose che si trovano sul sito dell'Ateneo e la bellezza, anzi la strabellezza della città. Per tutto il resto
chi vivrà vedrà!

Intanto domenica saluto Milano con questa serata qui. E in settimana andrò alla ricerca del mio personalissimo paio di stivali di gomma. A meno che il Rettore non ce ne regali un paio lunedì! :D

13 settembre 2011

Due passi

Tornata in laguna, oggi mi concedo una seconda giornata conoscitiva.
L'occasione questa volta è la visita, seppur breve, di una collega Assistente alla comunicazione che come me, ma lo scorso anno, ha deciso d'iscriversi allo stesso mio corso di laurea e oggi aveva un esame alle 14.
Così si attraversa insieme la città a piedi, cartino-munite, perché scopro con orgoglissimo che anche lei, dopo un anno di andirivieni Milano-Venezia, ancora non se ne priva!
Insomma devo dire che alla fine non me la cavo affatto male. Ed è assodato che il percorso sottotetto-facoltà-sottotetto mi è entrato in testa. Olè!

Scovato un altro paio di posticini un po' romantici

quassù (secondo me ci vive un lupo di mare)

e qui dentro

oggi mi sono data alla fotografia di qualche gondola perché, ad osservarle, mi sembra di capire che ci si possa perdere in mondi sconosciuti ai più (cioè a tutti noi non-gondolieri).

  

Qui siamo di nuovo nella calle del bar-pasticceria della mia prima colazione dove, a certe ore, si vedono passare file di quattro o cinque gondole alla volta, tutte provviste di foto-turisti. Una sorta di trenino di Venezialand!


Poco più in là, inizio a capire che non solo il parcheggio in seconda fila esiste anche qui, come a Milano,



ma la gondola, e la viabilità acquatica tutta, consentono un tipo di doppia fila "strizzata", cosa che a Milano forse potrebbe risolvere qualche problema di scorrimento del traffico, con buona pace degli automobilisti maniaci delle loro auto più o meno intatte e fiammanti.


La parte più bella, però, è immaginare colui il quale ha lasciato la divisa da lavoro ben  riposta


per andare in pausa pranzo col Tonino, l'uomo tutto borchie, pelo nero e fiocchi rossi.
E non sono riuscita a fotografare la coperta in finto pelo leopardato del Gioàn!

Obiettivo numero due, dopo quello di conoscere un possessore di "altana": fare amicizia con un gondoliere.
Che per la cronaca, di sera può vestirsi così.


Infine, per la nuova sezione "un po' di Nairobi in ogni Venezia", mi piace proporre uno scorcio di Canàl Kabìria e una rivisitazione del tipico matatu per raggiungere Dagoretti Corner.



Buona serata!

10 settembre 2011

Special thanks



A volte tutto ciò di cui si ha bisogno è un risotto,
un bel film e sentire di potersi (af)fidare.

Grazie

9 settembre 2011

Istruzioni per l'uso

La mia ultrafantasiosa amica Camilla oggi si è SUPERATA con questo speciale post da cui estraggo qui sotto le immagini per allegria, per affetto e per bellezza tuttoinuno. Ma leggerlo tutto regala davvero!
Lunedì torno a Venezia e si fa sul serio... ARGH!

Buona serata. :)







Zelda my love.
Charlotte

8 settembre 2011

Metti in circolo il tuo amore...

Succede che il capodanno sia un momento speciale, pieno di luci, festa, buoni propositi e aspettative alle stelle.
Il mio personalissimo inizio d'anno è stato qualcosa di più. Sì, perché se pure non ci siano stati botti, né fuochi d'artificio, se una festa vera e propria non c'è stata e, anzi, a "capodanno" mi è saltato più di uno Spritz di benvenuto a Venezia, le piccole delusioni o disillusioni che seguono spesso la notte prima dell'inizio non solo non si stanno presentando ma, addirittura, sono completamente impedite dal sopraggiungere incessante e crescente di surplus d'entusiasmo e progetti da realizzare.
Incredibile.
Lo so, il titolo di questo post, gentilmente suggerito da un pezzo del Signor Luciano Ligabue, potrebbe suonar banale, ma è proprio vero che a passare amore si riceve energia! E così capita (ed è già capitato) che le amiche si coinvolgano, che le richieste di aiuto vengano accolte e trasformate in poesia, che le dimostrazioni di affetto e di fiducia ti travolgano facendoti quasi girare la testa e che, passando questo amore ti ritorni energia. Centuplicata!

Ecco qua il risultato dell'energia che si è creata grazie a una manciata di specialissime persone che non finirò mai di ringraziare. Per questa e per le altre innumerevoli occasioni per le quali sono felice della loro esistenza.
Dall'inimitabile blog di Camilla http://zeldawasawriter.com/

Una è la direzione a cui ti rivolgi quando, piccoletto e incerto sui tuoi passi, ti sbucci il ginocchio e guardi con speranza verso i tuoi affetti e il loro amorevole soccorso. Uno è l’amore, una la disperazione.
Uno il mondo. Uno solo e anche piuttosto messo male, ammettiamolo.
Le distanze si sono talmente accorciate che, nelle notti di vento, i cuori più appassionati possono sentire canzoni di madri che hanno perso i loro figli, scosse telluriche lungo le dorsali di oceani mai visti o stomachi che brontolano dalla fame.
Haiti tempo fa ha vissuto una tragedia che ha azzerato tutto.
Nessun uno si è salvato, per terra sono rimasti solo pezzi di macerie e uno schiacciante senso di fine.



Le notizie corrono veloci oggi e, passata l’emergenza, molte vengono dimenticate o relegate a trafiletti illeggibili, tra la pubblicità della crema dimagrante portentosa e quella dell’ultimo cellulare che ti fa anche la pastasciutta.
Ma Haiti ha ancora moltissimo da ricostruire e così, se il mondo è davvero uno, questa ricostruzione riguarda anche noi, nel nostro piccolissimo.


La mia amica Carlotta mi ha dato notizia di una grande raccolta di materiale ad opera di Geólogos sin fronteras Italia e così è stato un attimo: Le Funky MamasCambiando Strada e Zelda, insieme al magnifico tratto di Rickymoka, hanno deciso di organizzare una raccolta festosa per il 18 settembre…
Che ne dite, sarete dei nostri?


Ci troviamo tutti il 18 settembre dalle 22.00 presso Ragoo (viale Monza 140 – Milano) e lasciamo ai responsabili del progetto la nostra raccolta. Ad eccezione del materiale scolastico e dei medicinali, sarebbe bello che ognuno di noi prendesse qualcosa da casa sua, senza comprare nulla. Sarebbe bello rendersi conto che le cose che ci gravitano attorno nel quotidiano per molti possono fare davvero la differenza!
In una decina di giorni la raccolta raggiungerà Haiti e aiuterà tante persone in difficoltà.
Vi chiediamo però uno sforzo in più! QUI potete scaricare un cartellino.
Un cartellino, di quelli che di solito si usano per prezzare la merce, diventerà il valore della nostra energia. Chiediamo a tutti di allegarlo al pacco che porteranno, di rendercelo pieno di pensieri, disegni, collages o fotografie. Non limitate la vostra fantasia e infischiatevene se siete capaci di disegnare solo casette che sembrano scatole di fiammiferi!
Anche l’energia è una… e noi cercheremo di ricostruirla su un grande muro ispirazionale presente durante la serata.
Cosa serve principalmente ad Haiti?
  • vestiti ESTIVI per bambini, donne, uomini che siano in ottimo stato e adatti alla cultura (evitare tassativamente variazioni sul tema, quindi NO a top di paillettes, perizomi, magliette con scolli vertiginosi o minigonne ridotte)
  • giocattoli NON elettronici, NON a batteria e NON peluches.
  • oggettistica per la scuola (matite, penne, quaderni, pennarelli, cartelle, …)
  • lenzuola, asciugamani, coperte, tende da campeggio
  • medicinali non deperibili
  • scarpe (mediamente leggere, NO a moonboot, scarpe col pelo o stivaloni con pelle di daino e affini)
E come usano dire Le Funky Mamas: SMILE RIOT!
Anche la rivoluzione del sorriso è una. Una e immensa, capace di smuovere montagne di pregiudizi e stasi.Vi auguro una magnifica giornata!
xoxo

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P.S. Altri specialissimi inviti all'evento li trovate qui Cambiando Strada  e qui Le Funky Mamas.

7 settembre 2011

Post flash da Milano

BEH! Non posso mica tralasciare il primo giorno di scuola.
Lunedì mattina sono tornata alla mia scuola materna adorata. Elettricità nell'aria, entusiasmi, piccole abbronzature saltellanti, trasferelli tattoo un po' consumati ma sfoggiati con orgoglio e con quel pizzico di "maturità" in più conquistato in due mesi di vacanze... persino qualche crisi di mammite insospettabile! Io non vedevo l'ora.
Davvero non so come faccia tutto quel resto del mondo che non lavora o vive a stretto contatto con i bambini. Io non lo so. Naturalmente si può fare e tante volte dev'essere anche bello, interessante, senza dubbio stimolante, ma non chiedetelo a me. Che' io, senza "cavoliferi che scottano e ventificio alla menta", non ci so stare.

3 settembre 2011

Prima "spak!" e poi "click!"

Sonno, sonno, stra-sonno.
Stamattina mi sono concessa di dormire fino alle 10.00. Se però si considera che mi sono addormentata dopo le 2.00 e che durante la notte ho subito ripetuti attacchi da parte di una flotta intera di zanzare, di fatto devo aver dormito circa quattro o cinque ore.
Comunque. Colazione a casa con i cereali (presi dal "mio" ripiano della credenza, ho quello più alto, data la mia proverbiale altitudine) e grandi pulizie. Ieri sera, infatti, per dare prova di quanto fosse bello avermi come coinquilina, mi sono esibita in Piatto di Pasta Scotta col Tonno e Frantumazione di una Bottiglia d'Olio sul Pavimento.
Senza parole. Ero senza parole, o quasi, diciamo. La pasta scotta credo sia una delle cose che più contesto a mia mamma e a tutto il popolo francese di cui faccio parte per metà. Quindi SUPER-smacco. Ma la bottiglia d'olio, quella davvero è stata il massimo. Anche premettendo che la suddetta era quasi vuota, il momento in cui l'ho vista roteare prima di cadere giù dal vassoio che stavo riportando in cucina, è stato rallentato, amplificato e catastrofizzato nella mia mente di almeno dieci volte, fino a che non ho sentito "spak!" e mi sono resa conto che era davvero accaduto. A., la coinquilina che aveva la fortuna di condividere con me la cena, non ha fatto un plissé, e menomale. Oddio, in realtà, per quanto ne so, dentro di lei potrebbe essere esplosa una risata incredula, oppure non aveva capito bene cosa fosse successo, fatto sta che le sono grata per non essere stata lì davanti a me in quell'istante. Insomma, per farla breve, avevo dato una passata al pavimento già ieri sera, ma questa mattina, già che stavo lì a lavare i piatti, ho pulito un po' anche tutta la cucina, nonché ripassato il pavimento, dato che andiamo tutte in giro a piedi nudi.
Insomma, finalmente alle 11.30 avevo finito. Fatte un paio di cose al computer, sono uscita, direzione stazione, per andare a farmi il biglietto di ritorno per domani verso Milano. Ho anche chiesto informazioni sulla "Cartafreccia" perché ho l'impressione che di punti, nei prossimi anni, potrei accumularne parecchi. Dopodiché, missione Tessera del Vaporetto. Non sto a dire tutti i passaggi (in verità pochi) ma vado subito al dunque:

"Ci vuole una fototessera, ce l'ha?"
"Ah, no..."
"Click!"
"...?..."
"Non c'è problema, non si preoccupi, possiamo usare questa."
"...!?!?"
"Ecco, vuole caricare qualche biglietto?"
"Ehmmm...sì, due..."
"Ecco fatto. Buona giornata! :) "

Sono in possesso di un abbonamento dalla fototessera più spaventosa che abbia mai avuto su qualunque altro documento, compreso l'abbonamento ATM di quando avevo quattordici anni.

Il fatto è che l'efficientissimo sportello HelloVenezia è provvisto di fantastiche webcam che consentono di procurarsi all'istante la fototessera necessaria. Ma praticamente senza preavviso! Ho fatto giusto in tempo a vedere che me la rivolgeva contro e la foto era già fatta. No, dico. Una foto con la tipica "facciadasportello" chi la vuole?!!? Va beh, è così. Salutandomi, la signorina Hellovenezia ha orgogliosamente aggiunto che la tessera ha validità cinque anni. 





Amen.

(Ho il sospetto che la libellula sia stata progettata per distogliere l'attenzione dalla foto. Grazie.)

Cos'altro? Domani si torna a Milano, lunedì al lavoro e in realtà non vedo l'ora di rivedere i bimbi della classe di M., il "mio" bambino. Lascio questa città e cerco d'inserire questa vita veneziana nella mia milanese. 
Tornando al sottotetto sono ripassata dalla Coop, che è tanto carina. Ho comprato una bottiglia d'olio e una confezione quadrupla di scottex. Tanto per non farmi proprio odiare.



Intanto anche oggi, qui sotto, il Signor Fisa suona "Sous le ciel de Paris". Ha dato il cambio, puntualissimo, al Signor Violino


ma questa è un'altra storia.




2 settembre 2011

Orienteering

Dopo una notte piena di sogni e qualche incomprensione con la tendina del mio lucernario (non ancora del tutto risolta, a dire il vero), stamattina mi sono alzata con l'obiettivo di una giornata info-esplorativa.
Nell'attesa del sospirato giorno in cui sarò in grado di girare la città senza dover sfoggiare un'umiliantissima cartina turistica, armata di lenzuolo topografico mi sono addentrata tra vicoli, sottoporteghi, calli, campielli e fondamenta: prima tappa, colazione. Avevo deciso che mi sarei fermata nel primo posto, quello più vicino a casa, tanto per farmi un po' di mappatura dei bar della zona e così, ecco il luogo destinato.


Se si vede tutto piccino piccino lontano lontano è perché il posto era talmente tranquillo e carino che non me la sono sentita di alzarmi e fare una foto in mezzo a quelle quattro persone carine e sorridenti che sorseggiavano il cappuccio sedute agli altri due tavolini. Lascio all'immaginazione di chi legge.

Dopodiché, la meta era l'Università, ufficio immatricolazioni, per il ritiro del tanto agognato LIBRETTO. Devo dire, per onestà di cronaca, che pur essendoci già stata una volta, non è stato facile per me ritrovare la strada, ma a ben cento metri dal traguardo, mi sono illuminata! C'è ampio margine di miglioramento.
Anyway, missione compiuta. Eccolo!



Adesso sono cavoli.

Però quando si esce con questa frase in testa, oltre il cancello d'ingresso, appena si svolta ci si trova davanti questo


e forse, mi dico, forse riprendere a studiare dopo quasi dieci anni lo si può fare solo a Venezia.

Va beh, fatta la cosa più importante, mi sono diretta verso casa e qui, con mia grandissima sorpresa, non ho avuto alcun dubbio sulla via del ritorno! Un uomo qualsiasi direbbe che gli pare logico, visto che avevo appena percorso quelle stesse vie e attraversato gli stessi ponticelli, ma so che le mie amiche capiranno la soddisfazione. :)
Già che ci sono, vado in cerca della Coop, che mi han detto ieri essere dietro casa. In effetti è così. A poche centinaia di metri dal mio sottotetto, una bella piazza ospita: una taverna, la Coop e la Festa dell'Unità! Stasera mi faccio un giro. Comunque, ecco alcuni scorci e altre amenità che mi è venuta voglia di fotografare. 

Nessuno ci vede una faccia?...

Fra i nuovi obiettivi, credo di voler conoscere chi ci vive.




E con questo messaggio della serie "think positive", sono tornata a casa.
Forse che essere una "matricola carampana", come direbbe la mia amica Valeria, può avere il suo perché? Lo scopriremo solo vivendo.